
Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’età,
dopo l’estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità…
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità,
come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità…
Francesco Guccini, Canzone dei 12 mesi
Se c’è una cosa di cui sono sempre stata convinta è che il potenziale inizio di una nuova fase della propria vita possa essere simbolicamente sancito da un giorno preciso: il primo lunedì di settembre, il vero ‘caput anni’, il vero inizio dell’anno. Ricordo che da bambina attendevo con trepidazione l’arrivo di questo mese: zaini da riempire, diari, libri, quaderni illibati tutti da scrivere, vivere e studiare, l’imminente arrivo del mio compleanno, rivedere tutti i miei compagni di scuola dopo la pausa estiva, il ritorno alla solita quotidianità che tanto rassicura i bambini. Crescendo, mi sono resa conto di aver conservato e custodito gelosamente quell’entusiasmo, quell’energia e quella carica che solo i nuovi inizi sanno offrire, e che mi hanno sempre aiutato a vedere questo periodo come un’opportunità.
Settembre rappresenta quel mese che, quando sopraggiunge, ci riporta più o meno “brutalmente” alla quotidianità, invitando a lasciarsi alle spalle la bella stagione e (per chi ha potuto concederselo) quel sano e meritato relax che ha allietato le giornate estive e ci ha fatto oziare. Le scuole riaprono i battenti, le città si riempiono e si ripopolano, la routine rallentata dalle vacanze pian piano viene sostituita dalle nostre frenetiche corse contro il tempo, gli uffici riprendono i soliti orari, i negozi riaprono e le aziende ripianificano le loro attività: insomma, settembre è un po’ come una ‘tabula rasa’, dove tutto sembra essere pronto ad essere rimesso in discussione, rinnovato, risignificato.
Perché a proposito di significati, il nono mese dell’anno porta con sé un’enorme potenza simbolica: mese numero nove, come quelli che servono per concludere approssimativamente una gravidanza, settembre può sollecitare la capacità di ri-portarci “alla luce”, a simbolo di una potenziale nascita (o ri-nascita) interiore e/o esteriore. Pensateci bene: quanti di voi hanno già pensato a piccoli o grandi cambiamenti, buoni propositi, o modifiche alla propria vita?
“Da domani alimentazione sana e palestra”; “Vorrei tanto riuscire a dare una svolta alla mia attività”; “Quasi quasi taglio i capelli e cambio colore”; “Mi piacerebbe iscrivermi a quel corso”: questi sono solo alcuni esempi degli obiettivi che solitamente tornano alla carica in questo periodo in cui siamo sicuramente più proiettati al futuro, che forse non a gennaio.
Succede, però, che a volte la ripresa dei soliti ritmi e l’incombere di un periodo che racchiude in sè potenziali crescite e cambiamenti, può risultare difficile da gestire a causa di quella che viene definita ‘sindrome da rientro‘, o ‘post-vacation blues‘. Questa sindrome, che colpisce sia uomini che donne, può presentarsi con diversi sintomi (ansia, lieve abbassamento del tono dell’umore, insonnia, nervosismo, difficoltà nella gestione della quotidianità) nella fase di passaggio tra la fine del periodo ‘vacanziero’ e la successiva ripresa delle abitudini ordinarie. Dopo aver assaporato, anche se per un breve periodo, un senso di libertà dai propri impegni e dalle proprie responsabilità, si ha la sensazione che tutto il benessere ed il buon umore guadagnato grazie alla pausa estiva, svaniscano non appena si è varcata la soglia degli impegni quotidiani.
Quando la condizione mentale del rientro diventa troppo pesante da gestire ed il solo pensiero risulta soffocante, la psicologia può esserci di aiuto: non focalizzarsi sulle preoccupazioni della routine da riprendere, ma concentrarsi sugli aspetti positivi delle vacanze, e pensare di aver potuto godere di giornate piacevoli e leggere, potrebbe rivelarsi una strategia estremamente utile. Anzi, questa sensazione di benessere dovrebbe aiutarci a ricordare che dovremmo prenderci più cura di noi stessi e di concederci almeno settimanalmente, e seppur per poche ore, dei momenti che ci aiutino a ricaricare le batterie e a prendere una pausa dai doveri quotidiani. Non conta il ‘dove’, ma il ‘come’. Anche i buoni propositi che solitamente nascono in questo periodo dobbiamo farceli amici: selezionare i cambiamenti di cui abbiamo realmente bisogno (‘pochi ma buoni’) potrebbe essere una buona idea, piuttosto che accumularne molti e correre il rischio di restare delusi ed sentirsi in colpa per non essere riusciti a portarli tutti a termine.
Ad ogni modo, se questa condizione di malessere dovesse impattare in modo significativo sulla propria quotidianità, in termini preventivi, potrebbe essere utile richiedere una consulenza psicologica, e/o eventualmente iniziare una psicoterapia: chiedere aiuto ad un professionista potrebbe essere importante per comprendere più da vicino il significato che i nostri stati d’animo vogliono comunicarci e contenere lo stress ed i pensieri correlati.
Dott.ssa Valeria Gonzalez – Psicologa Psicoterapeuta